Effetto rebound, cos'è e come evitarlo?

Molti prodotti per decongestionare il naso contengono vasocostrittori che, diminuendo l'afflusso di sangue e la congestione, producono un rapido sollievo. I vasocostrittori impiegati nei farmaci possono avere nomi diversi (fenilefrina, nafazolina, oximetazolina, xilometazolina) e spesso sono associati con antistaminici.

Veri e propri farmaci che, però, nascondono un volto poco conosciuto: l’uso frequente e prolungato, infatti, provoca la comparsa di tolleranza. Il beneficio, insomma, si riduce tanto da spingere a somministrazioni sempre più frequenti, instaurando così un circolo vizioso.

E' il famigerato effetto "rebound", rispetto al quale la scienza e la medicina mettono in allerta. Letteralmente "effetto rimbalzo", consiste in una risposta in senso opposto dell'organismo che si può manifestare quando viene interrotta una terapia. Se ne parla proprio, ad esempio, per descrivere l'aumento della congestione nasale che talvolta si verifica interrompendo bruscamente i decongestionanti nasali dopo un uso prolungato o eccessivo.

Evitare questa spiacevole conseguenza è possibile e auspicabile. Oggi sempre più prodotti in commercio sfruttano le proprietà della natura per contrastare raffreddori, riniti, sinusiti e addirittura l'allergia da fieno. L'uso di vasocostrittori, infatti, non è indispensabile per decongestionare il naso, ma lo stesso obiettivo lo si può ottenere con prodotti a base di piante e oli essenziali quali il ribes nero, l'aloe vera, il tea tree, lo zenzero e altre sostanze vegetali che garantiscono la medesima efficacia ma senza tutte le controindicazioni.

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